Lettera di Natale, ma va bene anche a Pasqua.

Caro Aero Club d’Italia,
Oggi piove, non posso volare e fra poco è Natale. Siccome sono cresciuto molto fuori ma poco dentro, mi accingo a scriverti la mia appassionata letterina.
Questo è sicuramente un periodo buio, sei commissariato, hai sicuramente uno Statuto da rivedere profondamente perché non tiene assolutamente conto di come si è evoluto il mondo del volo negli ultimi trent’anni, e oltretutto sospetto anche che la tua situazione finanziaria sia tutt’altro che rosea. Ad ogni modo non è il momento di rivangare il passato, non è neanche il momento di cercare i colpevoli per la situazione imbarazzante che si è creata. E’ invece il momento di ripartire, riorganizzare, analizzare lo stato delle cose e pianificare il futuro di conseguenza.

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Aero (si fa per dire) turismo: i borghi fortificati

Era un po’ che mi frullava per la testa questo piccolo progetto. Nelle mie scorribande volanti fra le valli di confine fra Marche e Romagna, avevo notato diversi borghi cinti da possenti mura ma privi della classica fortezza. Praticamente un paese appollaiato su una qualche collinetta, tutto compreso nelle mura di cinta e niente o quasi intorno. Poi, quando le valli si inerpicano e i pendii circostanti cominciano a superare i 6-700 metri, più niente del genere mentre cominciano ad apparire rocche e castelli sulle alture.

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Eravamo quattro amici al raid (anzi, tre)

Le passioni si esprimono in emozioni. Sarà banale dirlo, ma per me volare sopra le valli di Comacchio al tramonto, è stata un gran figata! Sono un amante del volo “all’aria aperta” e non è difficile immaginare che la stagione ideale è proprio l’estate. Ma è soprattutto la scelta della destinazione che mi stimola, e cosa c’è di più bello che sorvolare acqua e terra in un cielo rosso di fuoco all’orizzonte?

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Non ci sono più le mezze stagioni

Lo avrete notato anche voi. Con le dovute eccezioni, dai campi di volo sono quasi spariti i velivoli più semplici, diciamo i classici tre assi motorizzati Rotax 503/582, cioè i complici del volo basico che noi minimalisti tanto amiamo. Infatti sono ormai pochissime anche le aziende che li propongono, completamente superati da aerei esteticamente molto belli e prestazionalmente performanti.

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Kiceniuck, Moody e il “primo ultraleggero”

Quale può essere considerato il primo ultraleggero? Difficile a dirsi, velivoli di peso contenuto ne sono sempre esistiti, ma certamente non alla portata di tutti, soprattutto dal punto di vista economico. Così si accetta che gli ultraleggeri, intesi come velivoli popolari (i cosiddetti “recreational flyer”), siano nati come deltaplani nel momento in cui qualcuno ha pensato di appendere un motore da motosega dietro a un’ala di Rogallo. Ma c’è stato anche chi la pensava diversamente, Taras Kiceniuck Jr. per esempio.

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Due valli e un po’ di storia “al volo”

Fine maggio, finalmente la temperatura ha deciso di rimanere intorno ai 25 gradi anche di sera, così riprendono le mie “gite fotografiche al volo”. La solita scusa per farvi conoscere le terre dei Duchi del Montefeltro con un po’ della loro storia. Stasera c’è giusto una bavetta di vento da N-Est, una favola, decido di risalire la valle del Foglia per poi attraversare le colline e sbucare nella valle del Metauro proprio sotto gli Appennini, scenderla fino lo spartiacque di Urbino e quindi tagliare nuovamente fino al nostro campo volo.

Pronti? Scaldate i motori!

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Il volo ultraleggero spiegato ai terrestri

Mi capita sempre più spesso, anche attraverso questo blog, che mi vengano chieste spiegazioni e curiosità varie sul “nostro” mondo del volo. Buon segno! Spesso si tratta di persone che guardano al cielo per la prima volta, piene di entusiasmo (per fortuna) ma a digiuno quasi completo dell’argomento volo. Ho pensato così di scrivere questa semplice guida introduttiva, che fornisca almeno le basi indispensabili al “terrestre”, per potersi avvicinare a un’aviosuperficie e cominciare a frequentare “il basso dei cieli”. Che è sempre il modo migliore per appassionarsi e trovare le risposte alle mille domande e curiosità.

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La sfortunata storia dell’Air-Bike

Artur Wayne Ison ebbe i primi contatti con gli aerei a causa delle Seconda Guerra Mondiale. Infatti era a bordo di un Douglas C-47 Skytrain come operatore radio durante il D-Day in Normandia e ha continuato ad operare nelle zone di Isonguerra fino al termine del conflitto. In seguito, da civile, la passione per gli aerei non l’ha più mollato, tanto da portarlo a fondare, insieme ad alcuni amici, la Tennessee Engineering and Manufacturing Aircraft Inc., meglio nota come TEAM Aircraft.

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