La politica nello sport

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La notizia è passata un po’ in sordina, contenuta nell’ultima bozza della Legge di Bilancio: nascerà la “Sport e Salute S.p.A” che prenderà il posto di Coni Servizi. Messa così sembra l’ennesima riorganizzazione del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ma non è così. Cerchiamo di capirci qualcosa.

CONI Servizi SpA nasce nel 1993, in vista di eventuali organizzazioni delle Olimpiadi in Italia. Promuove la realizzazione di opere pubbliche inerenti allo sport attraverso un sistema di sponsorizzazioni, che vengono raccolte tramite un bando di gara. Ha da sempre uno stretto rapporto di scambi di servizi con il CONI. Di fatto è il braccio economico-operativo del CONI.
Con la nascita di “Sport e Salute SpA”, il CONI non avrà più il controllo della cassa dei finanziamenti alle federazioni. La “Sport e Salute S.p.A” costituirebbe quindi una sorta di Ministero dello Sport con più soldi e potere del Comitato olimpico stesso, che continuerà ad occuparsi solamente del lato organizzativo-agonistico dello sport nazionale. Regolamentato anche il finanziamento del Coni e della “Sport e Salute”: 40 milioni vanno al Coni e 370 a “Sport e Salute SpA”, alla quale spetterà il finanziamento delle Federazioni sportive nazionali, con una quota non inferiore a 260 milioni di euro.
Quale potrebbe essere il problema? Le azioni della nuova società saranno comunque attribuite al Ministero dell’Economia e Finanze (come per la precedente Coni Servizi), ma cambiano le regole di nomina dei vertici. Il presidente della società e gli altri componenti del consiglio di amministrazione saranno nominati dal Ministero dell’Economia e Finanze su designazione dell’Autorità di Governo competente in materia di sport, sentito il Coni, e non più designati dal Coni stesso come succede attualmente per Coni Servizi.

E’ vero che le Federazioni sportive sono enti formalmente autonomi, ma il fatto che i loro finanziamenti siano erogati direttamente da un organo di nomina strettamente politica, le mette in condizioni di forte sudditanza con il rischio che i loro vertici siano eletti tenendo conto dell’orientamento politico del governo in vigore.
Il sistema ricorda molto l’anacronistica centralizzazione del controllo sul mondo dello sport in voga nei paesi del blocco sovietico. Non ho idea sulle motivazioni per le quali il Sottosegretatio Giorgetti abbia pensato a questa riforma, ma il fatto che la politica entri in modo così diretto nella gestione delle Federazioni sportive, onestamente non mi piace in un panorama “influenzabile” come quello italiano. Remember AeCI…

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