Ali Agata “Vola bas e va pianein”

Nell’estate dei miei vent’anni, è successo qualcosa di importante. Gironzolavo con la mia ragazza e la 500 di mio padre e mentre andavamo da nessun luogo a nessuna parte, a un incrocio noto un cartello stradale di legno scritto a mano che indicava qualcosa di strano: “Aeroporto Ali-Agata, vola bas e va pianein”. E mentre lo leggevo, la 500 girava già in quella direzione. Ali-Agata era un prato con un grande capanno di legno posti dietro il rassicurante cimitero di Sant’Agata Feltria, oggi tra i monti della provincia di Rimini. Mentre ero lì osservante, spunta un signore che mi fa: “Mi aiuti ad aprire il portone che pesa molto e non ho fatto ancora i cardini?” Certo che si, apriamo di peso il portone e appaiono tre (scoprirò poi) Weedhopper, due biposto e un monoposto. Sembravano dei cosi (forse) volanti costruiti da un idraulico pazzo, un incredibile intreccio di tubi dell’acqua con della tela colorata qua e là e una specie di motosega provvista di elica piazzata sul davanti. Il bello era che il signore in questione sosteneva che quei cosi volassero davvero e, in cambio della cortesia, si offrì di portarmi a fare un giro. Ora io non avevo mai visto prima quel signore, non avevo mai visto prima quei cosi (forse) volanti e non sapevo alcunché sull’esistenza di aerei ultraleggeri.

Un minuto dopo eravamo in volo, io con un sorriso ebete da un orecchio all’altro.

Da quella volta ho volato ogni volta che ne ho avuta l’occasione e con qualsiasi cosa si staccasse da terra, con il sogno che un giorno avrei imparato a pilotare io stesso, ma essendo un’attività “diversamente economica”, ho dovuto aspettare un bel po’. Nel frattempo ho scoperto l’esistenza dei Campi volo e facevo in modo di capitarci casualmente, sperando che mi invitassero a fare un volo in deltaplano a motore.

Bene, in questi giorni sono in ferie a casa di mia madre e ieri mattina ho montato il mio “coso” (sicuramente volante), ho trovato un bel campetto in discesa e sono volato via a cercare Ali Agata. Il capanno non c’è più ma i prati falciati sono ancora lì, così non ho resistito, sono atterrato fra le file del fieno pronto alla pressatura e ho sognato i miei vent’anni e Giancarlo Tonini che mi fece volare col suo Weedhopper.

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