In volo (quasi minimale) verso la libertà

Un giovane completa febbrilmente l’assemblaggio di un trike fatto in casa. Con attenzione punta le ruote in direzione di Vienna, a trenta miglia di distanza dall’altra parte del confine cecoslovacco. Il silenzio di un campo malmesso è finalmente rotto dall’avvio di un motore a due cilindri Trabant e il silenzioso fruscio del suono dell’elica si gonfia mentre l’ombra dell’ala si muove in avanti e si solleva. Ivo Zdarsky sta per diventare il primo uomo a far volare con successo un velivolo costruito in casa verso la libertà.

Da allora Ivo ha venduto oltre 20.000 eliche “Ivoprops” e il suo escape aircraft si trova nel Museo del Muro di Berlino Ovest insieme ad altri veicoli utilizzati per la fuga verso Ovest (dovreste vederli!). Se andate a Berlino, potrete notare un’evidente tacca in una delle pale dell’elica in fibra di vetro. Mentre decollava, sentì un sasso colpire una delle pale e se avesse realizzato l’elica in legno… Invece continuò a volare sopra gli alberi in direzione di una stazione radar di confine. Giunto sopra la stazione, spinse il motore a piena potenza e salì all’interno del punto cieco a forma di cono del radar per circa 2000 piedi, poi scivolò rapidamente attraverso il Danubio nello spazio aereo austriaco, verso la libertà.

Forse il suono di quella pietra che colpisce l’elica è uno dei motivi per cui le sue eliche sono realizzate con bordo in acciaio inox. Il genio e la maestria di Ivo non solo lo portarono in salvo dall’Est Europa comunista, ma presto lo fecero diventare uno dei principali produttori mondiali di eliche per aerei.

Ivo, che preferisce essere conosciuto solo con il suo nome, con modestia racconta come ha iniziato a costruire eliche nel suo nuovo paese. Dopo essersi spostato continuamente in Austria per sei settimane in modo di nascondersi dalla versione ceca del KGB, è volato in California per iniziare una nuova vita. Così dopo aver costruito un trike segretamente a Praga, con il quale ha imparato a volare da autodidatta, iniziò a costruirne un altro negli Stati Uniti partendo però dall’elica. Quell’elica la vendette in un airshow per ottenere abbastanza profitti da costruirne due. La vendita di queste gli fornì abbastanza soldi per farne quattro e così via. Oggi costruisce quasi 3.000 eliche all’anno e una di queste sta arrivando su Marte per spingere un veicolo di esplorazione aerea nell’atmosfera marziana.

Chi lo conosce dice che di tanto in tanto, mentre parla, Ivo distoglie lo sguardo come se desiderasse essere solo nel cielo in volo verso quell’infinito invisibile in quella notte solitaria del 4 agosto 1984.

“… Volevo partire (Cecoslovacchia) alle 3 del mattino perché era allora che le persone erano meno attive. Così ho finito per sorvolare Vienna per due ore come un turista, poi sono andato alla ricerca dell’aeroporto internazionale. Ho fatto il giro della torre due volte ma non c’era nessuno! Era ancora buio – questa è la parte divertente – ho visto un 747 trainato lungo una via di rullaggio. C’era un po’ di luce lì, quindi sono atterrato sotto l’ala di questo Boeing. C’era abbastanza spazio per due trike! Oltretutto il mio non aveva neanche la torre proprio per poter volare sotto le linee elettriche. Ad ogni modo, un meccanico uscì di corsa urlando. Ho alzato le mani tenendo un passaporto ceco scaduto e ho chiesto asilo politico. Sono stati davvero carini con me… “

Se passate da Berlino, il Museo si trova vicinissimo a Checkpoint Charlie, entrate e pensate a tutto questo.

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