Sul cielo della Linea Gotica

Nell’autunno-inverno 1943-44, in seguito all’armistizio di Cassibile, il comando tedesco in Italia preparò un piano di difesa per rallentare l’avanzata degli anglo-americani dal Sud verso Nord, la linea Gotica, che andava dal fiume Magra, tra La Spezia e Massa Carrara, fino a Pesaro. La Gotica era lunga 320 chilometri e sfruttava le asperità dell’Appennino tosco-emiliano (linea rossa nella mappa).

Lungo il tracciato erano stati piazzati 479 cannoni, 2.375 mitragliatrici, 100 mila mine, circa 4.000 casematte e 16 mila postazioni per cecchini, ed erano stati stesi centinaia di chilometri di filo spinato e scavate innumerevoli trincee anticarro.

In rosso, il campo di aviazione di Pianarolo

Il nostro Campo Volo “Urbino – Ca’ Virginia”, posto lungo la riva del fiume Foglia, si trova proprio ai piedi della Linea Gotica, di fronte alle prime alture che sovrastano la piana di Pesaro, la zona in cui c’è stato il primo sfondamento da parte delle truppe canadesi. I segni dei violenti scontri di quel periodo sono ancora evidenti nelle campagne circostanti e nelle parole degli anziani che ho avuto il piacere di conoscere. Così ho potuto sapere anche alcuni particolari che sono sfuggiti alle cronache ufficiali e, complici queste giornate di anticiclone africano, ho programmato un “volo sulla storia” per fissare e ricordare quei durissimi momenti e aggiungere qualche particolare.

Ore 19.00, il termometro segna 30 °C sul campo, decollo e punto dritto verso Sud sballottato dalle bolle di calore che si staccano dai campi appena mietuti. Il primo luogo che voglio sorvolare è Montemaggiore al Metauro, distante una ventina di km in linea d’aria dalla Linea Gotica. E’ un piccolo paese fortificato posto sulla sommità di una collina nel versante destro del fiume Metauro, il corso d’acqua che sfocia a Fano.

L’offensiva alleata cominciò proprio qui il 25 agosto 1944, in codice operazione Olive. Prevedeva un massiccio attacco dell’8° armata britannica (guidata dal generale Leese) sulla costa adriatica per costringere i tedeschi a spostare il grosso delle forze in Romagna. Quella mattina Churchill arrivò a Montemaggiore, incontrò i generali Anders e Alexander al quartier generale polacco. Con il generale Alexander raggiunse il punto di osservazione sulle mura di Montemaggiore. L’episodio, alquanto inaspettato, è molto noto in zona e ci sono diverse fotografie d’epoca che lo testimoniano. Ecco Churchill intento a osservare le alture poste dall’altro lato della valle (notare lo stato della persona evidentemente locale, giusto per farsi un’idea delle condizioni di quel particolare periodo). Il punto di osservazione sono le mura dietro la chiesa di Montemaggiore che, evidentemente, all’epoca non avevano la visuale sbarrata dagli alberi. Si riconosce molto bene la piana fluviale sottostante con i vigneti che, parzialmente, ancora oggi producono ottimo Bianchello del Metauro.

 

Dal 25 al 29 agosto l’obiettivo era passare dal Metauro al Foglia, in prossimità della Linea Gotica. Da questo momento i soldati polacchi, canadesi, inglesi, indiani greci, neozelandesi e nepalesi, impiegarono quasi un mese di duri scontri per arrivare a Rimini, subendo perdite ingentissime testimoniate dai numerosi cimiteri di guerra presenti in queste zone.
Adesso però è ora di virare decisamente verso Nord per raggiungere il luogo dove avvenne il primo sfondamento delle linee tedesche, presso Tavullia, il paese di Valentino Rossi. Nelle immediate vicinanze si trova la sommità nota come “Quota 204”, il punto della Linea Gotica dove sorge un memoriale a ricordo dello scontro che ha dato l’avvio all’avanzamento verso la Romagna.

Eccolo sotto di me, un’aiuola verde circondata da mattoncini a forma di colomba a sua volta circondata da pietre e cannoni. Sulla “testa” della colomba si trova la torretta di carro armato e sul lato del vialetto che porta al monumento sventolano le bandiere canadese ed italiana.


Questi i fatti. La mattina del 31 agosto, il comandante del 9° Battaglione Corazzato canadese British Columbia Dragoons, Ten. Col F.A. Vokes, diede l’ordine di attaccare Quota 204, che fu conquistata dagli squadroni A (maggiore Eastman) e C (maggiore Turnley) e nell’azione furono gravi perdite umane e, a causa delle mine, dei panzerfaust e per i colpi dei cannoni anticarro, di numerosi carri armati. In ricordo della battaglia a Quota 204, il Comune di Tavullia ha inaugurato il 7 settembre 1997 un monumento dedicato ai caduti canadesi, il 7 settembre 1997.
E proprio ai piedi di questa altura, ecco la testimonianza più diretta, il cimitero di guerra anglo-canadese di Montecchio. Qui riposano 585 soldati, di cui 4 di ignoti: 289 canadesi, 284 britannici, 6 sudafricani, 2 indiani e 4 non identificati, tutti caduti negli scontri in questa piccola area, il costo incalcolabile di quel tempo (i soldati tedeschi sono sepolti nel Cimitero militare germanico della Futa) .

Ogni volta che lo sorvolo, non posso che salutare e ringraziare questi ragazzi, tutti fra i 20 e i 25 anni, che hanno combattuto una guerra lontanissima dai loro paesi, ricordandomi che io oggi posso vivere in pace grazie al loro sacrificio.
Virata verso gli Appennini e in pochi minuti arrivo a Montegridolfo, oggi un delizioso paesello completamente restaurato, allora attraversato letteralmente dalla Linea Gotica, tanto che qui ha sede il Museo dedicato a questi fatti che stiamo narrando.


Ogni tanto butto l’occhio verso Nord perché all’orizzonte compaiono nubi minacciose e prima che sia troppo tardi voglio arrivare nella zona di Palazzo del Piano, dove ho scoperto una struttura molto importante e praticamente sconosciuta alla storia ufficiale.


Punto nuovamente verso Sud, verso il sole, attraverso il fiume e la collina di Colbordolo, ed ecco affacciarsi il superbo panorama dei Monti delle Cesane che delimitano il territorio di Urbino verso Est.

Ed è proprio incastrato fra queste alture c’è il luogo, Pianarolo, in cui gli anziani del paese un giorno di agosto videro sparire un piccolo aereo, immaginandosi che fosse precipitato in ragione delle cannonate che udivano. Mi hanno raccontato che corsero in fretta e furia in quella direzione pensando di portare soccorso, ma con loro grande sorpresa, arrivati in cima all’ultima collina, scoprirono un campo di aviazione!

In fondo alla stretta valle chiusa dai monti, gli inglesi avevano approntato una pista livellando un lungo tratto di campo con i caterpillar. Il tutto era dotato di diverse strutture mobili, tende grandi e piccole e ospitava alcuni Auster da ricognizione.

In pratica avevano allestito un piccolo aeroporto completamente a ridosso della Linea Gotica e talmente nascosto che non fu mai identificato. Per portarsi in atterraggio, i piccoli ricognitori dovevano letteralmente “buttarsi giù” fra le colline, tanto che ancora oggi (la pista si riconosce benissimo a lato della strada bianca), a causa degli alberi che nel frattempo hanno chiuso il braccio finale, faccio fatica ad approcciare correttamente la pista appena falciata per un veloce atterraggio e decollo.

L’anziana signora che abita ancora nella casa cento metri più in alto mi ha raccontato come gli inglesi siano arrivati in quel luogo inizialmente paracadutandosi e loro, con il tessuto dei paracadute lasciato in loco, ci fecero gonne e lenzuoli per vari anni!


A Nord intanto il cielo si fa sempre più cupo, inverto nuovamente la rotta e in cinque minuti raggiungo Belvedere Fogliense, l’ultimo dei borghi liberati durante gli attacchi alla Linea Gotica prima di sfondare definitivamente le linee tedesche. Oggi c’è festa nella piazzetta e tutti mi salutano durante il mio passaggio basso sul fianco della collina.


E dall’altro lato del fiume, ecco laggiù il Campo di Volo che aspetta paziente il mio ritorno al 2019. E’ quasi buio, spengo il film, è ora di tornare a casa. Buon viaggio ragazzi.

88 km totali, 1,5 ore circa di volo, tanti ricordi.
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