Minimal cockpit

Uno dei vantaggi del volare con velivoli minimali, è la possibilità di farlo anche in totale assenza di strumenti, sia di navigazione che di motore. Oltre ad essere un notevole risparmio economico, per me è anche la libertà di godermi il panorama senza distrazioni. Amo volare senza fronzoli, con lo sguardo che si perde nel paesaggio (e nel controllo di altri traffici, ma ormai più per abitudine che per necessità, a meno di trovarmi in prossimità dei campi volo), e se vedo qualcosa che mi interessa cambio rotta, mi avvicino, magari fotografo, ci giro intorno, e poi via verso la prossima “attrazione” che noto lungo la rotta prevista. Immagino che, per chi è abituato al volo dentro un abitacolo pieno di lancette e pulsanti, possa risultare strano non avere parametri da controllare o a cui affidarsi, ma in realtà il fatto che i minitrike sono comunque dei pendolari (quindi velivoli nei quali portanza e peso sono applicati ANikonnello stesso punto, il baricentro), mette al riparo da molte incombenze regalando molto “tempo libero” ai piloti! Alla fine basta non tirare troppo il collo al motore e non ci sono problemi di temperature, e se proprio dovesse decidere di piantare, basta tirare leggermente la barra per assumere la velocità di massima efficienza e cercarsi un prato. Detto ciò, si capisce perché il mio principale strumento di volo sia una Nikon D3300 con zoom e parasole!

Tuttavia ci sono delle situazioni in cui qualche strumento può risultare utile anche sui nostri mini volatili. Per esempio quando mi trovo a volare in Pianura Padana, orientarsi senza un’attenta pianificazione non è facile. E siccome a me piace deviare spesso dalla rotta prevista, un GPS può fare comodo, così evito la solita figuraccia di atterrare nell’orto del contadino per chiedergli dove mi trovo…

Un altro divertimento nel quale ogni tanto mi cimento, è quello della navigazione classica bussola e orologio, ma bisogna avere la bussola. E se trovi un’ascendenza o una termichetta, vuoi non spegnere e lasciarti trasportare? Ma se ho un variometro, la cosa viene molto meglio. O ancora, durante in nostri raid estivi, ci capita di fare tratte da un paio d’ore sotto un bel sole cocente e avere le temperature del motore sottocchio in relazione ai giri, non è una brutta idea. Insomma, alla bisogna, avere qualche strumento può far comodo, ma se si comincia a installare è facile trovarsi “ingrassati” di qualche chilo con aggeggi che il più delle volte neanche servono. Che si fa? Non so voi, ma io nel corso degli anni ho cercato un compromesso che mi sembra ottimale, almeno per ora e per le mie poche esigenze.

Prima di tutto il principio che ritengo valido in generale per la strumentazione nel volo minimale: roba possibilmente economica, leggera, energeticamente autonoma, facilmente montabile/smontabile, e da usare solo se serve. Questo perché, avendo solo l’accensione a strappo, non dispongo di una batteria di bordo. Infatti nel mio caso il peso totale del carrello è fondamentale, non per questioni legate al volo, anzi, ma perché monto e smonto il minitrike ogni volta che volo, trasportandolo in auto. Quindi nelle operazioni di carico/scarico, metti e togli in garage, la mia schiena malconcia ringrazia vivamente il dover muovere solamente 25 chili!

La soluzione è stata “prendere in prestito” strumentazione dal volo libero, con qualche trucchetto e adattamento aggiuntivo, e installare di volta in volta solamente ciò che mi serve. Vediamo i casi.

ABussolaA) Voletto in zona conosciuta o in cui è facile orientarsi mediante riferimenti del paesaggio (fiumi, colline, costruzioni particolari, ecc.), solitamente un’oretta di volo o poco più.

Questo è il caso più semplice e quello che mi si presenta più spesso. Anche se, grazie alla libertà che è permessa dal minitrike, volo spesso partendo e atterrando in ogni dove e non necessariamente dallo stesso campo di volo, basta avere in mente la geografia fisica della zona e lo strumento fondamentale: la macchina fotografica! Il resto è divertimento puro.

B) Navigazione bussola e orologio per puro diletto.

E’ più divertente se fatta in una zona non conosciuta. Pianifico il percorso su Google Map, stampo la mappa a colori da tenere sul cosciale, orologio da polso dotato di quadrante ben visibile e bussola fissata sulla barra in posizione appena reclinata e ruotata verso il pilota, quella che vedete nella foto sopra sinistra (42 Euro, Finsterwalder). Poi, per avere un’idea della velocità di crociera, già che Asensorc’ero mi sono comprato anche l’anemometro vecchio stampo con scala 0 – 80 km/h (45 euro compreso il sistema di aggancio all’antistallo), che fa tanto minimale!. Agiri

C) Navigazione impegnativa in zona sconosciuta, raid plurigiornalieri, test carrelli, vele o motori.

In questo caso occorre essere precisi (test) o è meglio non perdere la rotta, oltre che avere i waypoint della rotta e le coordinate dei vari campi volo distribuiti lungo il percorso (raid). In questo caso aggiungo un paio di strumenti e smonto l’arcaico anemometro a tubo. Il primo è uno strumento multifunzione per la navigazione, un variometro/GPS. La scelta è ricaduta su un ottimo usato riportato a zero ore e aggiornato dalla casa (che è di Bologna, ottima assistenza): il Digifly Leonardo Pro dotato di sonda anemometrica. Nelle tre schermate si possono settare le funzioni che servono, io tengo i classici parametri di volo nella stessa schermata, altimetri, vario, velocità indicata e al suolo, orologio. Una seconda è settata con bussola e GPS. E’ provvisto di due batterie che garantiscono decine di ore di funzionamento, solido e compatto. Insomma, non mi perdo più e quando entro in una termica è più facile rimanerci!

ABenzInfine il motore: per il livello carburante, ho il serbatoio provvisto di tacche colorate ogni 2.5 litri posto dietro il sedile e lo osservo con un semplice specchietto “da polso” autocostruito; per giri motore e temperatura alla candela (CHT) ho trovato una cineseria (ha anche orologio, orametro e allarmi vari) che per ora funziona molto bene. E’ un piccolo strumento a cristalli liquidi retroilluminato che ho Adigiflyfissato al mast orizzontale davanti al sedile con una piccola staffa autocostruita. E’ provvisto di batteria interna, è trattenuto con il velcro e pesa niente. Attualmente si acquista su Amazon a 34 Euro (Runleader RL-HM028A), occorre allungare i fili delle sonde perché è pensato per le moto: niente di che, bastano due saldature, una bella sigillata con la guaina termoretraibile e il gioco è fatto.

Tirando le somme e tenendo conto di tutti gli strumenti, stiamo parlando di un cockpit dal peso complessivo di mezzo chilo o poco più e dal costo di 380 Euro. Minimale no??

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3 pensieri riguardo “Minimal cockpit

  • Luglio 14, 2022 in 9:25 am
    Permalink

    Buongiorno Stefano, dove ha acquistato l’anemometro in plastica?
    Grazie della risposta.

    Risposta
  • Febbraio 14, 2018 in 5:40 pm
    Permalink

    Bravo molto bene , il volo minimale è il giusto compromeso Delta- motore. Come nelle biciclette elettriche con la pedalata assistita. Minor sforzo, massimo divertimento. E’ meglio la bicicletta tradizionale o quella elettrica ?? La risposta è sotto gli occhi di tutti .
    Il volo veleggiato con l’ausilio di un piccolo motorino per salire in quota e sfruttare al meglio le termiche con minor consumo, minor sforzo fisico e maggior divertimento penso sia il futuro per quei piloti di volo libero che dopo una lunga attività volativa accusano il peso del tempo o per chi ha poco tempo a disposizione per volare.
    Dobbiamo cercare, quale forma ,quale struttura ideale per avere il giusto compromesso in particolare nel campo dei deltaplani visto che i pesi nei mini -trike si aggirano sui 150 Kg. per avere la maggiore efficenza e la maggiore sicurezza. Nei vari test di volo, fin d’ora effettuati con diversi tipi di ala ho ravvisato che la superfice ottimale si aggira sui 15-16 mq. con profili performanti a doppia superfice. Il profilo dell’ala è fondamentale per l’efficenza e la velocità. Il mercato ne offre molti tipi.
    Io preferisco il made in Italy per vari motivi.Le strutture dei deltaplani vanno rinforzate visti i maggiori carichi a cui vanno sottoposti, in particolare durante i rullaggi a terra, quando la vela non è ancora in tensione. In questa nuova visione del” Volo Libero Assistito” in questa ricerca verso la massima sicurezza con la massima efficenza, penso sia fondamentale uno scambio e una collaborazione più ampia possibile fra tutti i piloti che intendono cimentarsi in questa nuova meravigliosa disciplina volativa.
    Sono convinto che questo è il futuro, che può dare un nuovo slancio al mondo del Deltaplano

    Risposta

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