La sfortunata storia dell’Air-Bike

Artur Wayne Ison ebbe i primi contatti con gli aerei a causa delle Seconda Guerra Mondiale. Infatti era a bordo di un Douglas C-47 Skytrain come operatore radio durante il D-Day in Normandia e ha continuato ad operare nelle zone di Isonguerra fino al termine del conflitto. In seguito, da civile, la passione per gli aerei non l’ha più mollato, tanto da portarlo a fondare, insieme ad alcuni amici, la Tennessee Engineering and Manufacturing Aircraft Inc., meglio nota come TEAM Aircraft (Bradyville, Tennessee), azienda con la quale si è dedicato con successo alla progettazione e costruzione di diversi Sport Plane, come sono definiti gli aerei leggeri e ultraleggeri negli USA. Ison era convinto che molti piloti fossero interessati ad un semplice ed economico velivolo, facile da costruire e da volare. Nascono così il PDQ e il PDQ 2 (PDQ Aircraft Products, 1973), dei monoposto veramente basici con motore posteriore, ben prima che fossero emanate le FAR 103!

Ison PDQ2

In seguito, con la collaborazione del test pilot Lowell Farrand, Wayne disegna un velivolo ad ala media, adatto a un motore due tempi traente, molto semplice da costruire. Era nato il Mini-Max 103 ultralight (open and closed cockpit), seguito in breve tempo dalla versione ad ala alta denominato Hi-Max e il VW-powered V-Max. Tutti questi modelli condividevano diverse caratteristiche: la costruzione in legno e tela, la semplicità costruttiva e di pilotaggio.

Ison mini

Nel 1995 pensò di equipaggiare una semplice fusoliera di acciaio saldato alle ali e piani di coda del Mini-Max: nasce così l’Air-Bike. Questo velivolo open-air divenne rapidamente popolare, tanto da indurre lo sviluppo anche di una versione biposto in tandem.

Ison vola

Sfortunatamente George Martz, un pilota della Florida, incidentò in decollo il suo Air-bike. Sostenendo, con un avvocato compiacente, che l’incidente fosse stato provocato da uno scollamento di una parte dell’ala acquistata in kit, portò l’azienda in tribunale. TEAM Aircraft vinse la causa dimostrando la sicurezza del progetto, ma il pilota fece nuovamente ricorso. Le cose andarono molto per le lunghe, l’azienda non aveva una copertura assicurativa e finì che dovette chiudere i battenti nell’impossibilità di continuare la battaglia legale, arrivando a un arbitrato nel quale Ison dovette anche cedere i diritti dell’Air-Bike allo stesso Martz… Saltò fuori poi che il settantacinquenne Martz era al secondo incidente con lo stesso velivolo e che successivamente ne ebbe anche un terzo molto grave dove ci lasciò quasi le penne! Ison, provato da questa esperienza, decise che fosse il momento per andare in pensione, ma non prima di costruire una versione triciclo dell’Air Bike che presentò al Sun’n’Fun nel 2003.

L’Air-Bike

Il monoposto Air-bike è stato progettato per rientrare nella classe deregolamentata FAR 103 Ultralight Vehicles. Negli USA questa classe di velivoli è ritenuta talmente semplice che non necessita di alcuna registrazione, assicurazione e neanche un corso di volo. E’ sufficiente che un amico esperto, meglio se istruttore, insegni al futuro pilota l’arte del volo!

L’aereo raggiunge un peso di 114 kg equipaggiato con un Rotax 277 da 28 hp o un Zenoah G-25 da 22 hp. Il nome Air-bike fu scelto perché a causa della stretta fusoliera, il pilota lo “cavalca” con le gambe fuori dall’abitacolo, similmente a una motocicletta. Il velivolo è costituito da un’ala di legno rivestito di tessuto in configurazione “parasol” provvista di alettoni a tutta lunghezza. Tutti i controlli sono operati mediante cavi, l’elevatore e il timone sono convenzionali. La fusoliera è in tubi di acciaio 4130 provvista di carrello biciclo con ruotino posteriore collegato alla pedaliera. Il carrello principale utilizza semplici tubi elastici come sistema ammortizzante.

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L’Airbike era venduto come kit che comprendeva la fusoliera e i piani di coda presaldati, le parti principali delle ali preassemblate, tutta la ferramenta, motore, elica, strumenti e un serbatoio da cinque galloni. L’azienda stimava circa 150 ore per la costruzione a un costo (2001) di 7.195 US$. Niente male!

 

Principali caratteristiche:

Lunghezza: 4.88 m

Apertura alare: 7.93 m

Altezza: 1.68 m

Wing area: 10.98 mq

Carico alare: 23.1 kg/mq

Peso a vuoto: 114 kg

Massimo peso al decollo: 254 kg

VNE: 130 km/h

Velocità di crociera: 102 km/h

Velocità di stallo: 49 km/h

Ison folded

Wayne Ison (28 giugno 1924) è mancato il 09 agosto 2014. Di sicuro è stato uno dei progettisti più originali del panorama homebuilt Sport Plane e un pilota che ha compreso appieno l’importanza dell’aviazione popolare. Pochi sanno che è stato attivo, come progettista, anche in altri settori. Forte della sua prima esperienza alla Ford Motor Company, ha lavorato anche nelle Stock Cars, nel carting, ice-boat e diversi altri settori. Davvero un tipo eclettico!

Oggi la linea Mini-MAX continua ad essere prodotta e commercializzata da Team Mini-Max (Niles, Michigan), mentre dal 2009 I kits dell’AirBike sono nuovamente disponibili grazie alla Jordan Lake Aero (Pekin, Indiana).

Ison a terra

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9 pensieri riguardo “La sfortunata storia dell’Air-Bike

  • Aprile 26, 2020 in 6:47 pm
    Permalink

    Buonasera sapete se è possibile reperire i piani dell’Air Bike biposto in tandem, oppure se qualcuno l’ha già autocostruito?
    Grazie
    Giuseppe Gaddi 339-4706075

    Risposta
    • Aprile 28, 2020 in 5:55 am
      Permalink

      Ciao Giuseppe,
      purtroppo dopo una parentesi nella quale un’azienda inglese aveva riattivato la costruzione, è svanito tutto.
      Negli USA c’è un’azienda che commercializza i piani, anche del biposto, a 150 dollari. La trovi qui: http://www.jordanlakeaero.com/PlanSets.html

      Risposta
  • Luglio 10, 2018 in 6:02 am
    Permalink

    Buongiorno a tutti, sono un appassionato di Udine e vorrei sapere una cosa:
    Dell’AirBike è stato sviluppato il modello biposto, qualcuno mi sa dire se è stato fatto altrettanto per il Minimax?
    Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi.
    Cordiali saluti.

    Risposta
  • Maggio 2, 2017 in 10:25 am
    Permalink

    La giustizia all’ americana si è diffusa enormemente in Italia, patria di avvocati… Con i suoi effetti nefasti ha contribuito a paralizzare un numero smisurato di attività . Nel nostro piccolo ce ne accorgiamo dalla diminuzione delle manifestazioni amatoriali che riguardano un po tutti gli sport.

    Risposta
  • Aprile 30, 2017 in 7:15 pm
    Permalink

    Mark Paris scriveva del minimax su volo leggero negli anni 90 e ne spiegava la costruzione partendo da kit sulle pagine della rivista…ho tutte quelle riviste…..penso che Rodolfo Biancorosso vi possa aiutare e darvi info…..ioconservo tutte quelle riviste.ciao. bell articolo☺

    Risposta
  • Aprile 30, 2017 in 7:24 am
    Permalink

    conosco le macchine….si puo’ avere + informazioni?

    Risposta
    • Aprile 30, 2017 in 12:25 pm
      Permalink

      Ciao, ho appena saputo che i Mini Max erano importati dalla Nike Aeronautica di Bologna, non più attiva oggi. Ho contattato il vecchio proprietario, vediamo se ci darà qualche altra informazione

      Risposta
      • Maggio 1, 2017 in 9:52 pm
        Permalink

        Ciao, tutto quello che è stato detto rispecchia perfettamente i fatti. La nostra collaborazione con Ison termina nel 92 quando abbiamo chiuso Nike Aeronautica. So di una probabile importazione parallela avvenuta in quel periodo e pare siano stati importati alcuni kit di Air Bike, ma non conosco le destinazioni e se siano effettivamente stati messi in volo.
        Colgo l’occasione per salutare e riverire Sartini e Chiavegatti e aggiungere una chicca fresca fresca: al Meeting di Primavera ho volato la Grif 10 e il carrellino di Tino, mi sono divertito tantissimo e penso che passerò al minimale, che rispecchia pienamente la mia filosofia e il tipo di Volo che mi piace fare!!!
        È un trascorso professionale che mi ha portato mio malgrado a fare le lotte di Don Chisciotte, scontrandomi con muri di granito!!!!
        Grazie x avermi contattato e che questo incontro x ora solo virtuale si concretizzi…
        Salve a tutti.

        Risposta
        • Maggio 2, 2017 in 8:27 am
          Permalink

          Ciao Dino, è un piacere sentirti!

          Risposta

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