Della Romagna abbellita e il quarto d’ora movimentato

Secondo ilmeteo.it, domenica 17 agosto sarà il primo giorno di E/NE, il garbino sembra mollare giusto per un giorno, sarà meglio approfittarne. Telefono in fretta e furia a Francesco (che io chiamo “Vulcan”), ci vediamo al suo campo alle 17.00, viene anche Massimo che arriva in volo col suo Piuma “saetta” dalla zona di Fusignano (RA).

Ora, non credo sappiate dov’è Linaro (con l’accento sulla A), trattasi di amena località romagnola dell’entroterra di Cesena, proprio ai piedi della zona dove le colline cominciano a salire verso i monti dell’Appennino. Il microscopico paesello è adagiato sopra una collinetta che chiude la testata Sud della pista (FC02, 450 m), che a sua volta risulta incastrata in una stretta gola con un fosso che la delimita sul lato Est e un greppo (collina calanchiva per i non romagnoli) sul lato Ovest, che fa sembrare il campo di volo in curva… Insomma, un gran bel posticino ma, o hai un gran manico o hai un minimale! Infatti sono basati lì un deltamotore Pipistrel, un Firefox e uno Strike. Gli ultimi due di Vulcan appunto.

LinaroBene, chiarita la curiosa posizione, devo dire che arrivo con inusuale puntualità e trovo i miei “compagni di merende” già pronti al volo, anzi, hanno anche già volato perchè Massimo ha un’ora abbondante di volo per tornare a casa, quindi mi do da da fare per montare tutto e si va: destinazione Valmarecchia, l’ultimo avamposto romagnolo prima delle terre marchigiane. Massimo ci accompagna per un quarto d’ora, poi punta decisamente a Nord per fare rientro. Noi puntiamo le rocche di S. Marino invece, ben visibili a Sud. Sulla nostra sinistra la piana fra Cesena e Rimini con il mare blu. Gran bella serata per volare. Unico problema, il NE si rivela un SE piuttosto sostenuto, così arranchiamo controvento come al solito, alla folle velocità di 35 Km/h indicati sul GPS di Vulcan, prendendo anche qualche discreta bottarella!

VulcanQuesta è la formazione tipo: leggermente disassati lateralmente e di quota in modo che entrambi riusciamo a vederci durante la navigazione. Poco dopo passiamo sopra il villaggio turistico “Parola di Francesco Amadori” (da pronunciare con forte accento romagnolo ovviamente).

Pollo Amadori

Arrancando arrancando, a metà strada sorvoliamo Montetiffi, un paesello perso nel nulla dei calanchi.

MontetiffiE poco dopo ecco il Monte Aquilone. Dall’altro lato del monte ci sono gli accessi alla più grande miniera di zolfo d’Europa, un dedalo di nove livelli, cento chilometri di gallerie, 1600 dipendenti. Ha sostenuto l’economia di questi luoghi per tanti anni e fino al 1964, poi più nulla.

Monte Aquilone

E daje che te daje, dietro i calanchi ecco spuntare la Valmarecchia. Si tratta della valle che sale da Rimini verso la Toscana (a destra nella foto), e ha una curiosa caratteristica: nella zona alta vi è incastrata un’isola di Toscana nel bel mezzo del territorio romagnolo, eredità degli antichi possedimenti rinascimentali e delle lotte fra Granducato e Montefeltro.

ValmarecchiaSullo sfondo si vede il Monte Carpegna (di là ci sono le Marche), al centro il cono con i resti del castello di Maiolo (un giorno vi racconterò la storia di questo paese che non c’è più). Attraversiamo la valle ed eccoci di fonte allo spettacolo del forte di San Leo, in cima al Monte Feltro, con il paese ai suoi piedi. Il mare e S. Marino fanno da sfondo, non male il quadretto…

San Leo
Città d’arte, da sempre capitale storica del Montefeltro (antico nome di San Leo fino al XII secolo), luogo di passaggio di San Francesco e Dante, prigione di Felice Orsini e di Cagliostro, San Leo ha avuto anche l’onore di essere capitale d’Italia o, meglio, del Regno Italico di Berengario II, il quale fu sconfitto a Pavia nel 961 d.C. da Ottone I di Sassonia e che poi si rifugiò a San Leo, dove resse l’assedio per due anni prima di cedere all’avversario.

San Leo 2L’attuale configurazione è dell’architetto militare Francesco di Giorgio Martini, voluta dal Duca Fedrico Montefeltro, signore di Urbino. Di qui è passata la storia e le battaglie rinascimentali più cruente.

Torniamo indietro allargando il giro per toccare i castelli di Torriana e Montebello, qui i Malatesta di Rimini la facevano da padrone fino all’arrivo dei Marchesi Guidi di Bagno, ancora gli attuali proprietari di Montebello (in primo piano).

A questo punto l’imprevisto, ho perso di vista Vulcan!

MontebelloAbbiamo attraversato il fiume e lui si trovava basso alla mia sinistra, poi mi sono diretto verso Est per fotografare ciò che vedete sopra, e quando ho guardato per riprendere contatto visivo… più nulla! Sarà rimasto dietro, comincio a fare delle esse ma niente, non lo vedo. Provo con due 360° (destra e sinistra), niente… O porcavacca, sta a vedere che era così basso perchè ha piantato! A questo punto, con il vento a favore (75 Km/h al GPS scoprirò dopo) e poco più di mezz’ora di autonomia, decido di puntare direttamente al campo di Linaro per prendere l’auto. Atterro e controllo il telefonino, ma non ho messaggini. Provo a chiamare, risulta libero ma non risponde: o è in volo o… non ci voglio pensare. Lui è un po’ più lento in crociera, sono passati dieci minuti, decido di attendere altri quindici minuti poi faccio il 112, mi tremano le gambe, guardo continuamente il cielo, intanto mi preparo a partire di corsa con l’auto.

Dopo altri dieci minuti sento un rumore lontano, guardo su, è lui! Ma dove cacchio è stato?? La tensione si allenta di botto, le gambe mi diventano come la ricotta fresca. Gli corro incontro saltando, lui sorride felice dentro al casco. Pensate un po’? Credeva che mi fossi spatasciato da qualche parte! E avendo il serbatoio da 20 litri, con ancora molta autonomia si era messo a cercarmi battendo il territorio con la tecnica di ricerca in mare. Alla fine ha deciso di rientrare e mi ha trovato sul campo tirando un gran sospiro di sollievo!

Ci siamo persi di vista un attimo e non c’è stato più verso di ritrovarci. Ok, dobbiamo studiare una tecnica di volo che ci permetta di ritrovarci o di non perderci, oppure una forma di radio, qualcosa che permetta di individuare la posizione reciproca evitando questi spauracchi in futuro.

Per il resto, gran bel giro stasera!

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Un pensiero riguardo “Della Romagna abbellita e il quarto d’ora movimentato

  • Agosto 19, 2014 in 1:27 pm
    Permalink

    Bel giro , stormo .
    Ma possibile che quando non ci siamo “noi ” fate sempre casino ? e soprattutto non vi fermate mai a mangiare ? …HA HA
    Saluti
    Sergio

    Risposta

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